DUE TERRITORI, UN’AGENZIA UNICA DI SVILUPPO SOCIALE: IL CSV BRINDISI-LECCE, UN CASO DI SUCCESSO!
Prevista dalla Riforma, architettata adeguatamente sulla carta, la fusione poteva essere “fredda” oltre che calata dall’alto, e tradursi in un pastrocchio. In realtà, l’idea di un unico CSV per Brindisi e Lecce che ha accorpato i due centri presenti da quasi tre lustri nel tacco d’Italia, può dirsi una missione compiuta.
Così, è interessante ascoltare le parole dei due co-protagonisti, Luigi Conte (attualmente presidente del CSV BR-LE) e Rino Spedicato (odierno vicepresidente e ultimo presidente del CSV brindisino fino all’anno passato), in questa intervista doppia che traccia un primo bilancio ad un anno esatto dalla partenza del nuovo assetto territoriale.
Così, per Conte il se processo di Riforma ha presentato aspetti contraddittori (ad es. ha portato ad un indubbio accentramento a livello nazionale delle funzioni di controllo e una relativa perdita di autonomia dei Csv), l’unificazione ha aperto nuove opportunità: “è stata impegnativa, anche se poi nei fatti ben gestita dall’intero da staff e dalla governance”, ora immagino il nuovo e più forte Csv come “un’agenzia di sviluppo sociale con una visione globale e strutturata, in grado di prefigurare la crescita del territorio e una maggiore qualificazione a livello formativo e ricerca”.
Soddisfatto anche Spedicato: “La fusione tra i nostri due CSv è stata soddisfacente. La sfida culturale sarà nella nuova collaborazione tra ETS e con le pubbliche amministrazioni. Confermo: l’allargamento all’insieme dei volontari presenti nel TS dell’operato dei centri di servizio, li trasforma in agenzie per lo sviluppo della cittadinanza attiva”.
Il tema da ora sarà sempre più come concretizzare le opportunità aperte della fusione dei due Csv salentini. La “fase 2”, con l’entrata in funzione a partire dal prossimo 19 aprile del Registro unico nazionale (RUNTS), porterà con sé diverse incognite operative: una su tutte, le verifiche previste a partire al massimo da fine giugno sugli elenchi e registri trasmessi dalle varie regioni al Registro Unico Nazionale, operazione che in Regione Puglia non vede ancora un organico a questo scopo.
Quale sarà allora il percorso che dovrà accreditare sempre di più i centri servizio come strutture operative che favoriscono e facilitano il rapporto tra Regione, Istituzioni locali e i cittadini, il volontariato, in attuazione del principio costituzionale di sussidiarietài?
Come saranno dipanate talune questioni fiscali poste dalla riforma, come quelle aperte dalle norme del Codice del TS che da una parte abroga definitivamente le Onlus alla partenza del RUNTS e dall’altra estende le esenzioni fiscali delle Onlus a tutti gli enti di TS? Se ad es. la Regione non adegua la sua normativa non solo l’esenzione dell’Irap non varrà per tutti gli enti di TS, ma anche chi oggi usufruisce di questa esenzioni, la perderà scomparendo le Onlus a cui fa riferimento la legge di esenzione regionale.
Per saperne di più, guardate e condividete l’ultima intervista a cura dell’Ass. LabTS nell’ambito del progetto “Terzo Settore” sostenuto dall’avviso pubblico 1/2018 “Puglia Capitale Sociale 2.0”. Buona visione!