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Nel corso del 2012 l’Istat realizzerà il censimento delle istituzioni nonprofit (in ottemperanza dell’art. 50, della Legge 122/10), che, sebbene possa essere percepito dai cittadini come un ulteriore incombenza burocratica a cui peraltro si è obbligati a rispondere, avrà sicuramente ricadute positive sul settore. Innanzitutto perché oltre a fornire una rappresentazione multidimensionale del settore (economica, capitale sociale, ecc.), il censimento consentirà di qualificare il contributo che le istituzioni senza fini di lucro svolgono nel promuovere la coesione sociale e il benessere nel nostro paese.
Definizione statistica di istituzione nonprofit
Vediamo più da vicino a chi si rivolge il censimento. Per individuare le unità di rilevazione, l’Istat, conformemente con il sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite (SNA), definisce l’istituzione nonprofit come: ”unità giuridico - economica dotata o meno di personalità giuridica, di natura privata, che produce beni e servizi destinabili o non destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, non ha facoltà di distribuire, anche indirettamente, profitti o altri guadagni, diversi dalla remunerazione del lavoro prestato, ai soggetti che la hanno istituita o ai soci”. Le parole chiave di questa definizione, che consentono di distinguere il settore nonprofit dal settore pubblico e da quello for profit, sono riconducibili da un lato alla natura giuridica privata dell’organizzazione, e, dall’altro, al vincolo di non distribuzione degli utili tra gli afferenti. E’ evidente che questa concettualizzazione di istituzione nonprofit è una definizione a maglie larghe che include nel campo di osservazione anche forme organizzative che il senso comune solitamente non riconosce come realtà di terzo settore in strictosensu (si pensi in primo luogo alle fondazioni bancarie e ai fondi pensione ma anche a partiti politici e sindacati).Difatti, applicando tale definizione, la lista pre-censuaria ricomprenderà necessariamente una pluralità piuttosto eterogenea di organizzazioni caratterizzate da diverse logiche istituzionali e operative. Ma ciò più che limite rappresenta un pregio della definizione adottata dall’Istat che,allargando la gamma delle organizzazione da censire, consentirà, da un lato, di svolgere in seguito, a seconda degli interessi di ricerca, analisi settoriali specifiche (OdV, Aps, Fondazioni, partiti politici, ecc.), e, dall’altro, di superarela controversia non solo terminologica tra diverse concezioni del mondo della solidarietà sociale e delle istituzioni senza fini di lucro. I risultati futuri del censimento, pertanto, dovranno essere letti con la piena consapevolezza della eterogeneità delle organizzazioni censite, che soltanto con un esercizio retorico potrebbe ricondurre unicamente al genus della solidarietà o dell’altruismo.
La creazione della lista
La lista pre-censuaria è stata costruita utilizzando integrando la base anagrafica delle precedenti rilevazione settoriali realizzate dall’Istat (organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, fondazioni, ecc.) con gli archivi di fonte amministrativa (tabella 1).
Rilevazioni statistiche | Archivi amministrativi |
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Rilevazione censuaria sulle istituzioni nonprofit 1999 | Modello EAS |
8° Censimento industria e servizi – Istituzioni nonprofit 2001 | ONLUS |
Rilevazione sulle Organizzazioni volontariato | 5 per mille dell’IRPEF |
Rilevazione sulle Cooperative sociali | Registro associazioni e società sportive del CONI |
Rilevazione sulle Fondazioni | Scuole non statali |
Rilevazione sui Musei e altre istituzioni culturali | Fondi pensione |
Rilevazione sui Presidi socio-assistenziali | Organizzazioni non governative |
Fondazioni bancarie | |
Registro Nazionale Associazioni di Promozione Sociale | |
Organizzazioni antiracket e antiusura | |
Registro delle persone giuridiche nazionali | |
Elenco enti ecclesiastici |
Tabella 1 – Le fonti del censimento delle istituzioni nonprofit
La lista pre-censuaria, ancora in fase di aggiornamento, comprende al momento più 430 mila istituzioni nonprofit, con un incremento considerevole della numerosità rispetto al precedente censimento, quando ci si attestava su un numero di 230mila unità.Oltre i censimenti passati, le fonti che hanno concorso in misura numericamente più consistente ad alimentare la lista sono gli archivi amministrativi forniti dall’Agenzia delle Entrate, in primis l’archivio EAS, gli elenchi del 5permille e delle ONLUS, ma anche il registro delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche del CONI.
Fonti |
Istituzioni nonprofit (dati in migliaia) |
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Censimenti Nonprofit (1999/2001) | 221 |
Modello EAS | 224 |
Enti beneficiari 5 per mille | 90 |
Registro CONI | 80 |
Rilevazioni settoriali Istat | 27 |
ONLUS | 20 |
Altre fonti | 34 |
Tabella 2 – Istituzioni nonprofit della lista pre-censuaria secondo la fonte
Oltre alla naturale dinamicità del settore, il balzo in avanti è in gran parte riconducibile all’archivio EAS da cui derivano circa di 100mila unità non presenti in altre fonti. La nascita dell’EAS, quindi, ha comportato l’emersione di una fetta consistente di istituzioni nonprofit che difficilmente con altre fonti si sarebbero potuteidentificare. Anche gli altri l’elenco del 5permille archivi e il registro delle Onlus sempre provenienti dall’Agenzia delle Entrate hanno apportato più di 20mila unità al netto delle sovrapposizioni con altri archivi. La crescente copertura informativa sul settore nonprofit garantita dagli archivi di fonte amministrativa lascia ben sperare che nel prossimo futuro si possa costruire un archivio statistico permanente di istituzioni nonprofit al pari di quello esistente per le imprese. Infine, almeno secondo le informazioni d’archivio, la forma giuridica di gran lunga prevalente (oltre il 65%) fra le istituzioni nonprofit presenti nella lista pre-censuaria è quella dell’associazione.
La metodologia e l’organizzazione del censimento
Come il censimento del 1999, il prossimo sarà realizzato adottando la tecnica dell’autocompilazione del questionario da parte del rispondente. Ma diversamente dal precedente le istituzioni nonprofit potranno compilare il questionario direttamente via Web oltre all’alternativa di inviarlo per posta al centro di rilevazione di appartenenza. La rete di rilevazione è incentra sulla costituzione di organi provinciali di censimento cui spetterà l’esecuzione dell’intero processo di acquisizione dei questionari compilati nel rispettivo territorio di pertinenza. In questo modello organizzativo, un ruolo chiave sarà svolto sia dagli Uffici regionali dell’Istat a cui spetterà il compito di supervisione, sia dal sistema delle Camere di Commercio da cui si costituiranno gli organi provinciali di censimento. L’esperienza passata ha mostrato che la realizzazione della rilevazione svolta in "periferia" dalle Camere di Commercio italiane, consentirà di sfruttare al meglio la conoscenza del tessuto locale di tali organismi, e di facilitare il contatto diretto con i rispondenti o con associazioni di categoria o di rappresentanza, nonché l'accesso a elenchi di settore gestiti da enti locali o associazioni di categoria. Inoltre, il sistema delle Camere di commercio provvederà alla registrazione dei questionari compilati, alla risoluzione e correzione delle incompatibilità proposte dal piano di controllo alla rilevazione sul territorio di alcune unità non rispondenti. In effetti, l’acquisizione dei questionari delle unità non rispondenti si presenta come particolarmente delicata, per cui è imprescindibile l’esistenza di una rete di rilevatori che operino sul territorio con visite presso le unità da rilevare in modo da recuperare tutte le istituzioni presenti nella lista.
La struttura del questionario
Un aspetto rilevante del censimento del 2012 è la struttura del questionario che consentirà di rilevare più informazioni rispetto a quello utilizzato nel 1999. Nel dettaglio, la sezione del questionario sulla struttura prevede dei quesiti sulla composizione dell’organo direttivo, sul network di collaborazioni con altre organizzazioni del settore nonprofit, con istituzioni pubbliche e imprese e sull’ambito territoriale d’azione. Un altro aspetto che si potrà cogliere in maniera più approfondita riguarda l’attività e i servizi offerti nonché il tipo di utenza servita. Infine, sono state inserite nel questionario delle domande per rilevare le forme di comunicazioni pubblica e la strategia adottata per la raccolta fondi, oltre ai quesiti per così di dire pilatro relativamente ai soci, volontari, lavoratori retribuiti e risorse economiche nell’organizzazione. Insomma, sembrerebbero esserci tutti gli elementi affinché col prossimo censimento si possa scattare una buona istantanea del settore nonprofit.
STRUTTURA DEL QUESTIONARIO |
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Caratteristiche strutturali •Assetto istituzionale •Struttura organizzativa •Elenco, caratteristiche e localizzazione delle unità locali |
Attività •Attività svolte, servizi erogati e utenti serviti •Reti di relazione/collaborazione con altri attori del sistema economico •Ambito territoriale di attività •Forme di comunicazione e di raccolta fondi |
Risorse economiche e confini •Tipologia di attività svolta: produzione di beni e/o servizi orientata o meno al mercato •Tipologie di finanziamento prevalente: natura pubblica o privata •Orientamento mutualistico o solidaristico |
Risorse umane •Tipologie, categorie/figure professionali •Volontariato |